Data: 08/01/2004
„Le colture GM vogliono tanti pesticidi“
Otto anni di coltivazioni di mais, cotone e soia geneticamente modificati per ritrovarsi, alla fine, con un uso più massiccio di erbicidi e pesticidi rispetto all‚agricoltura convenzionale: è successo negli Stati Uniti, almeno secondo un rapporto americano evidenziato dal Guardian e che potrebbe influenzare pesantemente la decisione del governo inglese sul permettere o meno la coltivazione di colture GM. Lo studio in questione è stato redatto da Charles Benbrook, che è il capo del Northwest Science and Environment Policy Centre, a Sandpoint (Idaho), ed è l‘analisi più ampia mai effettuata sull‚uso di sostanze chimiche nei campi transgenici. I suoi risultati sono eclatanti, in quanto sembrano smentire uno degli argomenti centrali dei sostenitori dei GM, ovvero che favoriscono l‘ambiente perché permettono di utilizzare meno erbicidi. Dallo studio di Benbrook, dunque, emerge che la quantità di sostanze chimiche utilizzate nei campi GM va aumentando di anno in anno. Secondo i suoi dati, dopo i primi tre anni in cui l‚impiego della chimica era inferiore rispetto alle altre colture GM-free, la situazione è andata successivamente mutando: così nel 2001 sulle colture GM era spruzzato un 5 per cento in più di erbicidi e insetticidi rispetto alle colture convenzionali; nel 2002 la quota è salita al 7,9 per cento; nel 2003 si è toccato l‘11,5 per cento. In totale, 73 milioni di sostanze agrochimiche sono state riversate negli Usa tra il 2001 e il 2003 solo per le colture GM, specifica il rapporto, commissionato dalla Iowa State University e dalla Unione consumatori.
Fonte: The Guardian