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Moria di Api

30 mag, Velino

Moria di api e pesticidi: Regione Piemonte scrive a De Castro

“Siamo pienamente consapevoli dell’importanza dell’apicoltura per la nostra economia e per tutto il contesto territoriale, che è infatti tutelata da una specifica legge regionale, ed è oltretutto un rilevatore importante del complessivo equilibrio ambientale”. Lo ha dichiarato l’assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte Mino Taricco a proposito degli episodi di moria di api che sarebbero causati da fitofarmaci impiegati nei trattamenti contro la flavescenza dorata della vite. “Il fenomeno risalente al mese di giugno 2006 – fanno sapere dalla regione Piemonte – ha interessato zone viticole delle province di Cuneo, Asti e Alessandria e sembrerebbe essere un effetto indesiderato dei trattamenti insetticidi, a base di molecole neonicotinoidi, praticati per combattere lo Scaphoideus titanus, insetto vettore della flavescenza, grave malattia degenerativa della vite, che ha colpito pesantemente la viticoltura nella nostra regione”. I neonicotinoidi sono i principi attivi di pesticidi e di concianti per le sementi che agiscono in maniera sistemica, ossia entrano nel ciclo vitale della pianta persistendo anche nel momento della fioritura e diventando letali per i preziosi insetti.
I maggiori indagati sono l’Imidacloprid della Bayer, il Thiamethoxan della Syngenta e il Fipronil della Basf, tutti oggetto di numerosi studi e di un’interrogazione parlamentare urgente richiesta dalla senatrice dei Verdi e capogruppo in commissione Agricoltura Loredana De Petris. In merito a questa vicenda, l’assessore all’Agricoltura della Regione Mino Taricco ha inviato una lettera al ministro per le Politiche agricole Paolo De Castro, per informarlo compiutamente sulla situazione in Piemonte e per fornire documentazione sulle analisi svolte dal settore Fitosanitario regionale sin dal primo apparire del fenomeno. Secondo Francesco Panella, presidente dell’Unione nazionale associazioni apicoltori italiani (Unaapi) sarebbe stato l’Actara, prodotto specifico della Syngenta usato sulla vite contro la flavescenza dorata, ad aver provocato la recente strage di api verificata in Piemonte. “Purtroppo – osserva Taricco – il Piemonte è la regione italiana più colpita dalla flavescenza dorata, una patologia che rischia di danneggiare in modo preoccupante la redditività di uno dei settori trainanti per l’agricoltura piemontese. I provvedimenti di lotta obbligatoria che abbiamo dovuto adottare possono basarsi esclusivamente sull’estirpo delle viti infette e su trattamenti insetticidi ad ampio raggio, pur sempre sotto monitoraggio tecnico e con attenzione alla compatibilità ambientale”.
Durante le ricerche svolte fino a ora sulla questione della moria di api è emersa una preoccupante sconnessione tra gli organi istituzionali. Il ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali (Mipaaf), nonostante le numerose richieste di verifica di questi pesticidi inviate da istituti di ricerca nazionali e dalle associazioni del settore, per anni non ha attivato alcun provvedimento a riguardo e Sivio Borrello, direttore generale della sicurezza degli alimenti e della nutrizione del ministero della Sanità aveva dichiarato al VELINO di non aver mai ricevuto „alcuna domanda di sospensione cautelativa dell’imidacloprid“ e che „nessuna ricerca è in corso sulla moria di api“. Di recente il Mipaaf ha dichiarato al VELINO di essersi attivato per reperire i fondi per condurre una ricerca pubblica sull‚implicazione dei neonicotinoidi nella crescente moria di api. Nonostante i numerosi studi di laboratorio condotti in Italia l‘unica ricerca sul campo attualmete in corso per via degli alti costi economici, è infatti quella finanziata dalla Bayer che ne detiene l’esclusiva e che ancora non ha reso pubblici i risultati. In Francia questi pesticidi sono stati sospesi cautelativamente già nel 2004 in seguito alla scomparsa delle api in alcune regioni francesi.
La legge regionale 20/98, che disciplina e tutela l’apicoltura, vieta la somministrazione dei trattamenti antiparassitari durante i periodi di fioritura della vite o della vegetazione sottostante o in presenza di condizioni climatiche di vento. Tali raccomandazioni, fanno sapere dalla regione Piemonte, vengono costantemente ribadite agli agricoltori e il settore Fitosanitario regionale, con la facoltà di Agraria e l’associazione AsProMiele sta conducendo un progetto triennale che utilizza le api come biorilevatori della presenza di prodotti fitosanitari nell’ambiente. “Credo che i sistemi di monitoraggio che abbiamo attivato potranno garantire la situazione – ha infine concluso l’assessore all’Agricoltura della regione Piemonte – è certo necessaria una grande attenzione da parte degli operatori per un’efficace ed equilibrata coesistenza tra le due colture”.
(Edoardo Spera)