giugno 2001
Pesticidi – Scia tossica
Syngenta, Bayer, Monsanto: 25 milioni di persone avvelenate ogni anno
Venticinque milioni di persone avvelenate ogni anno. Per 30 miliardi di dollari di fatturato annuo, in mano a 10 multinazionali. I costi umani ed economici del gigantesco business dei pesticidi sono contenuti in un nuovo rapporto diffuso a Giacarta dalla Fao, intitolato „Scia tossica“. L‚80% dei casi d‘avvelenamento – denuncia l‚indagine – avviene nei paesi in via di sviluppo, dove i controlli sanitari e legislativi sono molto più deboli. E dove è in corso un‘overdose legalizzata, perché „gran parte degli avvelenamenti sono evitabili: il 50% dei pesticidi può essere eliminato senza conseguenze sulla produzione mondiale alimentare“. L‚abuso di pesticidi è all‘origine di effetti sanitari a breve termine – come disturbi respiratori, problemi neurologici, convulsioni – e a lungo termine: cancro e anomalie al sistema endocrino.
Al centro dell‚indagine Fao i pesticidi „proibiti“, vietati in quasi tutti i paesi industrializzati ma venduti liberamente in quelli in via di sviluppo: al primo posto il parathion metile, organofosfato classificato dall‘Organizzazione Mondiale della Sanità come „estremamente pericoloso“, importato illegalmente e prodotto in Tailandia sotto 200 nomi diversi, tra cui quello di folidol (marchio Bayer). Fatali anche il methamidophos, venduto dalla Bayer con il nome Monitor, il monoctophos e il mevinphos.
Punto di smistamento per i pesticidi „proibiti“ – secondo il rapporto Fao – il sud est asiatico: „il 73% delle importazioni tailandesi riguardano prodotti elencati dall‚Oms come estremamente tossici, mentre l‘84% dei pesticidi utilizzati in Cambogia è nocivo per la salute“. È proprio in Cambogia che la percentuale di avvelenamenti tocca la punta massima: „l‚88% degli agricoltori cambogiani è vittima di avvelenamenti da pesticidi“.
Commenta il portavoce della Fao Andrew Barlett: „in Europa e in Nord America, il pubblico è preoccupato dall‘esposizione a quantità microscopiche di pesticidi e degli effetti a lungo termine dei residui, ma in alcuni paesi in via di sviluppo, gli agricoltori fanno letteralmente il bagno nei pesticidi“. A fare discutere è però il tema della sicurezza legata all‚uso dei pesticidi: „l‘applicazione di sostanze estremamente tossiche, come il parathion metile, richiederebbe – dice la Fao – schermi speciali, maschere respiratorie, tute impermeabili, guanti e stivali di gomma. Tutte precauzioni non rispettate nei paesi in via di sviluppo“. Peggiorano le cose „l‚analfabetismo, la mancanza assoluta di informazioni sanitarie, e abitudini consolidate come quella di conservare i pesticidi nei pressi nelle abitazioni o addirittura a portata dei bambini“.
Ma il punto è che per la prima volta sono chiamate in causa anche le aziende produttrici: troppe le irregolarità, è la denuncia secca della Fao. Che cita come esempi l‘uso di „avvertenze scritte in lingue straniere“, la mancanza di „date di scadenza o di confezionamento sull‚etichetta“ e, soprattutto, „un marketing troppo aggressivo“. „L‘industria dei pesticidi- conclude il rapporto della Fao – dovrebbe essere responsabile non solo delle esportazioni, ma anche del modo in cui i prodotti sono utilizzati“.
Modus Vivendi n.23